Un business globale da 906 milioni di dollari, destinato a crescere e a raggiungere la strabiliante cifra di 2,96 miliardi di dollari nel 2022. Un audience da 380 milioni di utenti complessivi.
Un autentico boom. Un fenomeno non più trascurabile e dalle potenzialità enormi in termini di business. Stiamo parlando degli eSports, competizioni di videogiochi a livello professionistico.
Il mondo degli eSports, un ecosistema complesso e tutto da esplorare, è popolato da diverse tipologie di players. Ci sono i publisher che creano e distribuiscono i giochi, le associazioni che organizzano i tornei, le piattaforme di streaming dove si possono seguire i tornei, i giocatori impegnati e naturalmente i brand che, intravedendo le opportunità di intercettare un nuovo target, contribuiscono ogni giorno di più ad alimentare la crescita di questa industry attraverso investimenti in sponsorizzazioni e advertising. Ecco alcuni esempi.
Louis Vuitton ha stretto una partnership con League of Legends, il gioco per PC più giocato al mondo e in occasione delle finali del campionato mondiale, che si sono disputate a Parigi lo scorso novembre, ha realizzato un baule su misura per contenere quello che è considerato il trofeo più prestigioso negli eSports: la Summoner’s Cup.
Anche la multinazionale statunitense Kellogg’s, tramite il proprio marchio di snack salati Pringles, è entrata pesantemente nel mondo eSport. Dopo averne sperimentato la bontà dell’investimento, sponsorizzando nel 2017 la sola ESL’s One Hamburg Germany, oggi sponsorizza ben 7 tornei eSports ESL.
La lista di questo genere di partnership è davvero lunga e comprende brand del calibro di Adidas che collabora con Ninja, lo streamer più famoso del mondo; Microsoft impegnata in un accordo pluriennale con Cloud9, una delle organizzazioni di eSports più importanti; Mercedes-Benz il primo brand del settore automobilistico ad avere un proprio team di eSports; Red Bull title sponsor della Dragon Ball FighterZ World; e Samsung che ha creato una skin esclusiva per il gioco Fortnite, sbloccabile solamente in caso di acquisto del Galaxy Note 9.
Quello degli eSports è un fenomeno destinato ad occupare - se già non lo avesse fatto - un posto di assoluta rilevanza anche nella sport industry tradizionale, indicando nuove vie di crescita al movimento e alternative opportunità di business anche per Leghe e Club.
“Vogliamo conquistare il tempo libero delle persone, e sotto questo punto di vista le leghe sono profondamente radicate. Uno può cambiare compagno, lavoro e persino sesso, ma non cambia la squadra del cuore. In questo senso puntiamo a intercettare la generazione z” - Luigi De Siervo - A.D. Lega Serie A.
Un torneo di FIFA 20 e uno di eFootball PES 2020, i club di serie A nei prossimi giorni inizieranno a sfidarsi nella eSerie A TIM. Sono pronti? Quali strategie adotteranno per entrare a far parte di questo nuovo mondo?
A onor del vero alcuni club italiani - allineandosi agli standard di campionati e club europei - hanno creato la loro divisione eSports già da qualche anno. Il primo club a lanciarsi in questo mondo è stata la Sampdoria mentre la AS Roma Esports - nata 3 anni fa - quest’anno ha raggiunto il prestigioso traguardo delle semifinali nella FIFA eWorld Cup. Anche Parma e Bologna hanno già un team strutturato di eSports; in particolare, il club felsineo ha sfruttato il tema eSports per presentare il calciatore Musa Barrow, neoacquisto della sessione invernale di calciomercato.
Una commistione tra realtà e videogame dunque, una moda che non poteva non essere cavalcata dal club italiano più attento ai trend del momento. Vedere per credere come la Juventus ha riproposto sui propri canali social il gol segnato da Gonzalo Higuain nel match di Coppa Italia disputato contro l’Udinese.
Proprio l’Udinese Calcio, non più tardi di due settimane fa, ha organizzato un torneo alla Dacia Arena per selezionare parte dei giocatori che parteciperanno alla eSerie A TIM. Il club friulano inoltre si presenterà ai nastri di partenza del campionato con “Udy” un logo nuovo, pensato appositamente per il team eSports.
La creazione del roster eSports dell’Inter è stata resa possibile grazie alla collaborazione che il club nerazzurro ha stretto con QLASH, società leader nel mondo degli eSports che si occupa di creare e supportare community gaming ed eSports a livello globale e locale.
Molti club europei infatti non limitano il loro coinvolgimento negli eSports ai soli videogiochi di calcio. FIFA non è nemmeno nella top 10 dei videogiochi più giocati e seguiti. A farla da padrone ci sono videogiochi come League of Legends, Fortnite e OverWatch.
La strategia di club come Barcellona, Schalke 04 e Manchester City - solo per citarne alcuni - è stata quella di posizionare il proprio brand come marchio sportivo globale con l’obiettivo di aumentare le possibilità di attrarre nuovi fan - che magari non hanno alcun interesse nel calcio o nei videogiochi di calcio - e di trasformarli nel corso del tempo in clienti fedeli.
Una sfida impegnativa ma stimolante. Il mondo degli eSports è ormai una realtà consolidata, ma in continua evoluzione… allacciate le cinture: ne vedremo sicuramente delle belle!