Sempre più spesso sono considerati dei veri e propri influencer, soprattutto dopo performance sportive di successo, quando il loro numero di follower cresce vertiginosamente. Stiamo parlando degli atleti professionisti che oggi, anche grazie ai propri profili social, sono un costante punto di riferimento per tantissimi tifosi ed appassionati. Infatti, piattaforme come Twitter, Instagram e Facebook spesso sono in grado di offrire visibilità e informazioni immediate ai fan, più di qualsiasi rivista di settore.
Attraverso le proprie pagine social, tra stories e post dedicati alle loro imprese sportive, molti atleti si raccontano e condividono spaccati della propria vita privata. Ecco che il tifoso entra facilmente in empatia con il suo idolo, può interagire con lui e lo percepisce sempre meno distante dalla sua realtà.
Queste dinamiche offerte dai media digitali assumono grande importanza anche per le società sportive: atleti con una forte presenza social rappresentano infatti un valore anche per il club di appartenenza.
Fare personal branding significa gestire in modo strategico la propria immagine professionale ovvero quello che dall’esterno gli altri percepiscono di noi e il valore che trasmettiamo.
Con l’avvento dei social network questo aspetto si estende alla presenza nei profili personali digitali, che rappresentano di fatto un’importante vetrina. E soprattutto per gli atleti in quanto professionisti è necessario non trascurare l’aggiornamento di questi canali: un profilo attivo e curato, infatti, può significare un asset fondamentale in termini commerciali e attirare più facilmente brand interessati ad investire in sponsorizzazioni o in campagne pubblicitarie.
Tra gli sportivi che hanno miglior successo nell’intento, impossibile non citare Zlatan Ibrahimovic, uno dei leder assoluti nel campo del personal branding.
“Sono il settimo giocatore più forte del mondo. Forse tra dodici anni sarò il sesto.”
“Wenger mi aveva offerto un provino all’Arsenal. All’inizio volevo farlo, ma alla fine dissi no. Zlatan non fa provini.”
“Io non ho bisogno dei media, sono i media che hanno bisogno di Zlatan.”
Foto: Getty Images
Queste sono solo alcune delle “Ibra Dixit”, le frasi più celebri di Zlatan che negli anni hanno delineato la sua personalità e il suo atteggiamento spavaldo e sicuro di sé. Esalta sempre le sue qualità, così riconoscibili che non ha bisogno di essere messo alla prova da nessuno. Innegabili sono infatti le sue qualità e le straordinarie gesta sportive collezionate nella sua carriera. Ecco che molti brand lo hanno scelto come testimonial proprio per il suo ego e atteggiamento, oltre che per il personal branding che ha costruito negli anni, mai fine a sé stesso, ma consolidato dai risultati sportivi conseguiti.
Un altro esempio significativo è la leggenda del tennis Roger Federer, conosciuto in tutto il mondo grazie ai suoi successi e alla consacrazione del suo logo, che rispecchia in toto l’eleganza e la semplicità dell’atleta.
Il design delle iniziali “RF” riflette la personalità dello svizzero e si integra perfettamente al suo personal brand. Proprio l’eleganza e la semplicità di Roger sono stati i valori condivisi da aziende come Rolex, Mercedes-Benz o Moet & Chandon. Il brand Barilla invece lo ha scelto da alcuni anni come testimonial sposando l’immagine di Roger come padre di famiglia di quattro bambini.
Tra le giovani promesse si fa invece grande spazio Jannik Sinner, il tennista altoatesino che, grazie agli straordinari risultati sportivi ottenuti in campo e alla sua personalità, ha già rubato il cuore di grandi sponsor. Tra il suo parterre di sostenitori troviamo Nike, Gucci, Parmigiano Reggiano, Lavazza, Fastweb e Rolex.
È da sottolineare come le aziende abbiano scelto le doti uniche del tennista ventenne per rappresentare al meglio il Made in Italy nel mondo. Impostando una corretta strategia, gli atleti possono infatti costituire un asset parecchio importante per i brand, in termini di visibilità del proprio marchio, creazione di contenuti e raggiungimento di obiettivi di vendita.
Spiega bene il fenomeno Tommaso Mattei, responsabile dell’area consulenza di Nielsen Sports:
"In generale, già prima della pandemia, era in crescita l’utilizzo degli atleti da parte dei brand come endorser, sia per dare maggiore credibilità al loro messaggio, sia per poterli utilizzare in maniera flessibile e proattiva per la realizzazione di contenuti originali. Nell’attuale evoluzione del contesto mediatico, vediamo come gli appassionati, soprattutto i più giovani, hanno spesso un maggiore interesse in contenuti originali, come i dietro le quinte o i documentari su atleti e squadre, piuttosto che verso l’evento live. La crisi pandemica ha ulteriormente accelerato questo trend, per due principali motivi: l’incertezza sullo svolgimento dei tornei ha spinto i brand a spostare budget sugli atleti, le restrizioni hanno aumentato negli appassionati il bisogno di vicinanza e di umanità. Per questo l’atleta è diventato un vincolo più efficace e "personale", rispetto a un torneo".
Se, come abbiamo detto, lo sportivo influencer è un atleta che riesce a trarre dalla sua audience, dal crescente numero di follower e dalla popolarità una fonte di guadagno, è evidente che non può appoggiarsi solo a questi elementi di facile mutazione nel lungo termine. L’elemento chiave di un vero sport influencer è saper unire la celebrità ad una comunicazione efficace con la propria fanbase. Saper appunto influenzare.
Sebbene siano importanti la copertura o le condivisioni, il fattore davvero fondamentale è la capacità di instaurare delle relazioni con i tifosi, generare engagement, coinvolgere e ispirare i comportamenti e il pensiero dei propri fan. Non è ovviamente cosa facile, occorre costruire una linea di comunicazione diretta e costante con i supporter, condividere esperienze, contenuti di valore e dialogare.
Molti atleti e sport influencer si servono proprio dei loro canali social per mantenere vivo il rapporto con il pubblico, condividendo progetti, pensieri, vittorie, sconfitte o semplicemente la vita di tutti i giorni. Chi è più abile a comunicare, facendosi affiancare molto spesso da consulenti esperti del settore, investe per generare un importante valore che gli tornerà particolarmente utile anche alla fine della carriera sportiva.
Il processo di digitalizzazione è quindi in quest’ ottica ancora più importante in termini sia di rafforzamento delle partnership, sia di personal branding in vista di un futuro anche al termine della performance agonistica.
Fonti:
https://sport.sky.it/calciomercato/2019/12/26/ibrahimovic-frasi-famose
https://www.gazzetta.it/Tennis/12-11-2020/sinner-prodigio-conteso-sponsor-vale-gia-2-milioni-390783447218.shtml