Il fenomeno del gioco e delle scommesse ha radici antichissime. Risalirebbe addirittura alla nascita dell’umanità stessa. Già ai tempi di Cesare si scommetteva sugli spettacoli pubblici, sulla lotta dei gladiatori o sulle corse con i carri. Si giocava nelle case private, nei retrobottega di locande ed osterie e molto diffuso era il gioco dei dadi.
Diverse teorie sostengono che una delle grandi attrazioni dei Giochi Olimpici nell’antica Grecia fosse, oltre alla manifestazione in sé, proprio la possibilità di scommettere sulle performance degli atleti in gara. Al giorno d’oggi, il gioco scommesse è molto diffuso soprattutto nel mondo occidentale e rappresenta ancora una delle maggiori forme di intrattenimento.
È l’agosto 2018 quando viene convertito in legge il Decreto n.87 che dispone provvedimenti urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese. L’articolo 9 impatta particolarmente sul mondo dello sport e sulle società di betting & gaming, prevedendo che sia vietata qualsiasi forma di pubblicità o promozione relativa al gioco scommesse all’interno di manifestazioni sportive, trasmissioni televisive o radiofoniche e stampa, estendendosi fino al divieto di sponsorizzazione di eventi sportivi. Con queste misure il decreto intende combattere nello specifico la ludopatia, ovvero la dipendenza da gioco d’azzardo.
Dall’entrata in vigore effettiva delle norme il 1° luglio 2019, l’impatto sulle società sportive e sui media è stato particolarmente pesante. Infatti, tramite le loro sponsorizzazioni le società di betting costituivano le principali fonti di ricavi per le società sportive. Come riporta Calcio e Finanza, se consideriamo solo il mondo del calcio, su cui si concentrano i maggiori volumi di scommesse, lo stop alla pubblicità imposto dal decreto sta provocando mancati introiti pari a 100 milioni di euro a stagione.
L’ A.S. Roma, ad esempio, ha dovuto rinunciare ad un totale di 15,5 milioni dall’accordo con Betway come sponsor per la divisa di allenamento dalla stagione 2019 a quella 2022. Enorme perdita anche per i cugini della Lazio, che dal mancato rinnovo dell’accordo con lo sponsor di maglia Marathonbet hanno visto volatilizzarsi ben 7 milioni di euro a stagione.
I danni subiti da un punto di vista economico e mediatico sono quindi importanti se si pensa che, ad esempio, i ricavi dallo sponsor di maglia hanno un peso consistente per il club e che quindi non sia stato facile nell’immediato sopperire alla perdita. Oltre ai club, sostanziose sono state le perdite legate al mondo dei media che ruotano attorno allo sport che, sempre secondo Calcio e Finanza, hanno subito mancati investimenti pubblicitari pari a 100 milioni tra tv, giornali e siti web.
Pare di no. Secondo i dati raccolti da AgiproNews ed elaborati da Calcio e Finanza, dall’entrata in vigore il 1° luglio 2019 al 29 febbraio 2020 la raccolta delle scommesse sportive in Italia è aumentata del 17,6%, passando da 1,03 a 1,2 miliardi di euro. La crescita è avvenuta soprattutto in ambito di scommesse online che registrano un +21,8% pari a 556 milioni di euro. Anche il 2021 ha riscosso ottimi risultati, frutto anche del fatto che le scommesse sportive hanno beneficiato di un gran numero di eventi di altissimo livello come gli Europei di calcio e le Olimpiadi. Sempre secondo AgiproNews, nei mesi tra gennaio e novembre 2021, considerando solo le imposte indirette, il gettito delle attività da gioco (lotto, lotterie e altre attività di gioco) è stato di 10.355 milioni di euro, con un incremento di +1.651 milioni di euro, pari a +19% rispetto all’anno precedente.
Tra le critiche mosse alle società di gaming e betting c’è stata quella di adottare una comunicazione troppo aggressiva, soprattutto durante gli eventi live con la possibilità di scommessa istantanea, e che si incorresse spesso in un affollamento pubblicitario.
Le società di betting e di gaming hanno dovuto quindi adattare il proprio stile di comunicazione, cercando di non perdere i contatti con il settore sportivo e adottando nuove soluzioni, come l’introduzione di siti di notizie dal mondo dello sport (come Williamhill News o Starcasinò.Sport) in cui autopromuoversi o, in alternativa, la concentrazione della visibilità su nuovi servizi (come la piattaforma Snaipay di Snaitech).
La società Starcasinò, per esempio, ha ideato Starcasinò.Sport, un sito web dove si possono trovare approfondimenti, news, rubriche ed interviste esclusive dal mondo dello sport. Per le sue partnership con Milan, Inter e Napoli ha ideato il format “Scratch & Win” che mette in palio per i tifosi la possibilità di vincere il biglietto per una partita o una divisa della squadra, e la formula Quiz permette agli utenti di mettere alla prova le proprie conoscenze e di partecipare ad un concorso a premi.
Le aziende hanno dovuto necessariamente cambiare anche le “call to action” sui loro siti col fine di mantenere una comunicazione meno aggressiva (per esempio: “scommetti ora” è stato negato).
Una buona notizia è arrivata proprio di recente: è stato aperto un nuovo dialogo con le istituzioni per ripensare ai vincoli imposti dal decreto. A proporlo, la campionessa di scherma nonché Sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali, che in occasione dell’ultimo Social Football Summit di Roma ha affermato:
“Stiamo lavorando per cercare di rendere possibile una sospensione temporanea del Decreto Dignità. Aprirò un tavolo con tutte le associazioni interessate per trovare un equilibrio tra risorse economiche da destinare al mondo sportivo e l’attenzione di contrastare la ludopatia. Una misura che potrebbe essere una via di mezzo potrebbe essere quella di portare avanti la pubblicità indiretta, con i loghi sulle maglie e i banner negli stadi, a dispetto della pubblicità diretta, perché un atleta che promuove le scommesse non avvantaggia il betting. Serve una convergenza sia con il mondo dell’associazionismo che tutela e combatte la ludopatia, sia con il mondo politico”.
L’augurio è dunque che questa proposta venga valutata concretamente, e che possa sbloccare la situazione. Soprattutto perché i mancati investimenti coinvolgono anche gli sport minori e le società dilettantistiche che hanno meno visibilità, e che con più difficoltà attirano l’attenzione di grandi investitori. Motivo per cui i fondi derivanti dalle società di scommesse rappresentavano davvero un’importante boccata d’ossigeno.
Fonti:
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/07/13/18G00112/sg
https://www.calcioefinanza.it/2020/04/14/scommesse-sportive-il-fallimento-del-decreto-dignita/